by don Gianantonio Urbani
Lo scorso giovedì 2 maggio a Bassano del Grappa la Scuola di Cultura Cattolica ha consegnato a Sua Beatitudine Card. Pierbattista Pizzaballa, Patriarca dei Latini di Gerusalemme, il premio di Cultura Cattolica.Per noi erano presenti mons. Giuseppe Bonato e don Gianantonio Urbani.Il Patriarca ha dialogato con la giornalista dott.ssa Monica Maggioni sull’attualità della Terra Santa. Abbiamo ripreso qualche passaggio della sua intervista davanti ad un pubblico numeroso presso il Teatro Remondini di Bassano.
Il virgolettato sono le parole stesse del Patriarca.
La situazione attuale in Terra Santa, una lacerazione nei rapporti… «la lacerazione tra Israeliani e Palestinesi non è una novità anche se l’intensità è diversa. C’è anche lacerazione all’interno dei rispettivi popoli…La situazione è pesantissima e i dati della vita della popolazione a Gaza sono allarmanti. Molta gente è ammalata».
Parlare di speranza in questo momento è possibile? «Parlare di speranza è difficile…è tutto da ricostruire, ci vorranno anni per ricostruire, è molto difficile dare una speranza concreta. C’è però una speranza, un atteggiamento “interiore”, come stare in questa situazione, come sostenersi l’un l’altro, è il momento delle piccole speranze che risuonano dalle amicizie, dal fare qualcosa per gli altri, da organizzarsi ed è quello che ho detto e sto cercando di fare con la gente…».
Gerusalemme e la Terra Santa ora… «Quando si va in Terra Santa, il Vangelo, la storia, i luoghi non sono una realtà astratta; si parla di Gerusalemme, di Betlemme, di Nazareth, di Cafarnao, sono i luoghi che hanno segnato la vita di Gesù; a Gerusalemme sono luoghi specifici e concreti…senza il luogo non c’è l’evento quindi il Luogo è essenziale per tenere il legame con l’evento. Devi andare a vedere il Luogo, come è il Luogo…li nasce l’archeologia. È un evento reale, non è una narrazione, lo devi toccare e lì l’archeologia cristiana è quella che ti consente di tenere quel legame tra ciò che credi, ciò che vivi e ciò che tocchi; l’evento te lo rende lì».
Gerusalemme e la pace… «Gerusalemme, io sono convinto che il cuore del mondo è lì, il mondo occidentale è legato a questa città che si voglia o no, per quello che rappresenta…la parola Shalom/Salaam, la cui radice significa “essere completo, pieno, integro”; c’è bisogno di un approccio integrale alla vita, la politica, l’economia, la formazione, la fede, la spiritualità, sono tutte realtà di una visione integrale. Se manca solo qualcuna di queste, non c’è la pace, non c’è completezza. A Gerusalemme con le enormi diversità, le ferite che la città porta o la tanta ricchezza che c’è, tutta la complessità viene fuori…comprendi che c’è bisogno di fare unità con tanta energia e pazienza…Sono tutte realtà che appartengono al campo semantico della pace, nessuno riesce ad avere il monopolio di Gerusalemme; penso che Gerusalemme ci insegna che non puoi fare nulla senza l’altro per cui è una scuola di pace incredibile».
Per rivedere la registrazione della serata ci si può collegare a questo link:https://www.youtube.com/watch?v=r4e5xCbFcSY