by don Gianantonio Urbani
«Osculantes proni a terra ingressi sumus in sanctam civitatem in qua adorantes monumentum Domini»
Itinerarium Antonini Placentini, 18
Caro don Raimondo, carissimi Cavalieri, care Dame,
Carissimo don Mario, cari pellegrini e pellegrine,
il Signore vi dia pace!
Riprendo in lingua italiana ciò che vi ho letto in latino:
«Dando baci proni a terra, entrammo nella città santa nella quale venerammo il sepolcro del Signore»
Scrive così nel VI sec. d.C. il pellegrino anonimo di Piacenza visitando la Terra Santa e noi siamo felici di raccogliere questa testimonianza antichissima di molti secoli e rinnovarla oggi con questa consegna e responsabilità del titolo di “commendatore” dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme a te don Raimondo.
Credo che mai come in questo tempo difficile e complicato per la Terra Santa abbiamo bisogno di uomini e donne che si prendano carico, affetto e responsabilità per mettere in atto tutte le iniziative possibili per “preservare la presenza cristiana in Terra Santa” e per sostenere i Luoghi e il Luogo nel quale il Signore Gesù ci ha amati e ha dato sé stesso per noi. Grazie quindi di avermi chiesto questa lectio in un giorno così bello per, don Raimondo, e per la Terra Santa!
Sono qui per rendere testimonianza, se ce ne fosse bisogno, della grande dedizione, del grande amore e della passione per i Luoghi e per la gente che ci ha trasmesso don Raimondo in tanti anni di studio, ricerca, approfondimenti (non possiamo dimenticare i focus della Linfa dell’Ulivo) in quella terra dove scorre il “latte e il miele” , la Terra della Promessa, anzi delle promesse ad Abramo, ad Isacco, a Giacobbe, a Mosè, ai profeti; tutte promesse ancora all’opera nonostante la situazione odierna in questa terra, per la nostra salvezza, e divenute “sì” (cfr. 2Cor 1,18-22) nella persona di Gesù Cristo, il Maestro e Signore nostro.
Don Raimondo, per sua indole e carattere, ci ha sempre spronati a cercare, a cercare il volto di Dio tra la Sua Parola e i Luoghi dove questa Parola è diventata carne magnificando così quella terra visitata da Dio per il suo popolo di pellegrini e pellegrine sempre in cammino. In questi anni, si sono susseguiti molti testimoni della Parola, e Vicenza ha visto transitare tanti e tanti uomini e donne che hanno fatto della loro vita un dono per gli altri in vista di entrare nel regno di Dio.
Ognuno di loro ci ha mostrato un tratto, un riflesso della gloria di Dio e quindi «per fede, che è il fondamento di che si spera e prova di ciò che non si vede» (Eb 11,1ss), per questa fede concreta e visibile ci hanno preso per mano accompagnandoci a conoscere la Terra abitata da Dio e la gente che ancora oggi là vive e ne testimonia il passaggio del Messia Gesù. L’intuizione di questo aspetto sei stato tu, don Raimondo. Questo aspetto è nel cuore di ognuno di voi o, meglio, nel cuore di chi, tra noi, si è dato tempo e forze per essere pellegrino e pellegrina nei sentieri di Dio.
Qualche anno fa festeggiammo il ventesimo anniversario dell’erezione dell’Ufficio diocesano pellegrinaggi (oggi Fondazione Homo Viator San Teobaldo) e ricordo che il motto che tu scegliesti per quella celebrazione fu un versetto del salmo 83: «Beato chi trova in te la sua forza e decide ne suo cuore il santo viaggio» (cfr. Sal 83,6); credo che questo versetto del salmo sia stato e sia un inno che oggi dedichiamo a te, caro Raimondo, perché ci hai fatto vivere la bella beatitudine di camminare in tutta la Terra del Santo e scoprirne i tratti del volto del Santo di Dio. Conservo gelosamente (se si può usare un semplice vizio capitale che è la “gelosia” al servizio della Parola) una copia del libro che invito tutti a comprare e leggere: «Terra Santa. Libro Santo» di padre Francesco Rossi De Gasperis, recentemente salito presso la Gerusalemme Celeste, una copia con una tua dedica che va realmente in questa direzione: «Caro don Giana, conserva sempre nel cuore l’esercizio della Parola affinché essa di mostri il volto del Santo che riscopri camminando sui sentieri della Terra della Promessa». La condivido quindi con voi.
È Gesù il Cristo che più volte nei pellegrinaggi abbiamo sperimentato tra i deserti del Negev, la piccola Shefela, la città santa di Gerusalemme, la piccola Betlemme di Efrata, spingendoci poi verso la terra di Samaria e arrivando in Galilea delle Genti. Sono solo alcune delle Terre bibliche che instancabilmente ci hai fatto assaporare tra un ottimo piatto di shawarma, uno spuntino di agnello a Gerico, e perché no, un ottimo pesce gustato lungo la costa mediterranea a Cesarea Marittima, quella località bellissima che ci ricorda le partenze di Pietro, Paolo e dei primi cristiani di Giaffa! Se il pellegrino di Piacenza scrisse di essere entrato “prono a terra” baciando le pietre ed il suolo della città santa di Gerusalemme, tu ci hai incoraggiati a visitare tutta la terra e ad imprimere nel nostro cuore, nella nostra coscienza: Gerusalemme, che non è solo una città, con le sue contraddizioni, ma anche un paradigma di vita, un esempio per vivere e celebrare la vita, credendo e amando coloro che a Gerusalemme ci vivono, in attesa un giorno di arrivarci anche noi, presso quella di lassù senza macchia e lacrime, ma splendente di gioia e gloria del Signore (cfr. Ap 21,1 – 22,15).
Tutti noi ci sentiamo pienamente “cittadini” e famigliari di Dio. Ci sta davanti la speranza che Papa Francesco ci ha chiesto di coltivare e pregare in questo anno di preparazione al Giubileo della Redenzione del 2025. Vogliamo con te, don Raimondo, continuare ad essere “pellegrini di speranza”, non però di una speranza che delude, ma quella che nasce da un cuore aperto alla Parola del Signore e che, sperimentando nei passi del pellegrinaggio, ci fa forti del Suo amore di Padre. Per questo oggi, avendoci convocati per questo “commendatorato” ci hai spronati a fare festa e prenderci cura, ancora una volta, di Gerusalemme e la Terra del Santo.
Ti seguiamo dunque e camminiamo con te sui sentieri di Dio e della sua Chiesa. Ti seguiamo e ti accompagniamo ancora in questa avventura della fede cristiana autentica, libera dai cavilli del peccato che talvolta ci sovrasta e ci allontana gli uni gli altri. Ti seguiamo, ti accompagniamo e ti incoraggiamo con le parole di Papa Francesco a conclusione della bolla di indizione del Giubileo della Redenzione del 2025: «Lasciamoci fin d’ora attrarre dalla speranza e permettiamo che attraverso di noi diventi contagiosa per quanti la desiderano. Possa la nostra vita dire loro: “Spera nel Signore, sii forte, si rinsaldi il tuo cuore e spera nel Signore” (Sal 27,14).
Possa la forza della Speranza riempire il nostro presente, nell’attesa fiduciosa del ritorno del Signore Gesù Cristo, al quale va la lode e gloria ora e per i secoli futuri»
ברוך אתה ה' א‑לוהינו מלך העולם, שהחינו וקימנו והגענו לזמן הזה.
Barukh atah Adonai Eloheinu melekh ha'olam, she'hehiyanu v'kiy'manu v'higi'anu la‑z'man ha‑ze.
"Benedetto sii Tu, o SIGNORE, nostro Dio, Re dell'universo, Tu che ci hai tenuto in vita e permesso di arrivare a questo momento".
Shalom, pace a te! Don Raimondo carissimo!
Don Gianantonio Urbani